La Commissione UE ha deciso di concludere la procedura dell’articolo 7 contro la Polonia
La Commissione europea ha ufficialmente deciso di porre fine alla procedura dell’articolo 7 avviata contro la Polonia. Clicca qui per ulteriori dettagli.
La Commissione dell’Unione Europea (UE) ha deciso di porre fine alla procedura dell’articolo 7 avviata contro la Polonia per presunta violazione del diritto dell’UE. In una dichiarazione della Commissione UE si è specificato che sono stati completati i lavori nell’ambito della procedura dell’articolo 7 avviata contro la Polonia per presunta violazione del diritto dell’UE. Nella dichiarazione si è affermato che, con le recenti modifiche apportate dalla Polonia, non vi è più un rischio significativo di violazione del principio dello stato di diritto nel paese, e che la Commissione UE ha deciso di porre fine alla procedura dell’articolo 7. La questione sarà risolta durante la riunione del Consiglio dei Ministri dell’UE che si terrà il 21 maggio a Bruxelles.
Dichiarazioni di congratulazioni del Presidente della Commissione UE Von Der Leyen
La Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi si apre una nuova pagina per la Polonia. Dopo più di 6 anni crediamo di poter porre fine alla procedura dell’articolo 7. Congratulazioni al Primo Ministro Donald Tusk e al suo governo per questo importante progresso. Questo è il risultato di un duro lavoro e di uno sforzo riformatore deciso”.
“Congratulazioni al Primo Ministro Donald Tusk e al suo governo”
La Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi si apre una nuova pagina per la Polonia. Dopo più di 6 anni crediamo di poter porre fine alla procedura dell’articolo 7. Congratulazioni al Primo Ministro Donald Tusk e al suo governo per questo importante progresso. Questo è il risultato di un duro lavoro e di uno sforzo riformatore deciso”.
Che cos’è la procedura dell’articolo 7?
L’indagine condotta nell’ambito dell’articolo 7 del Trattato dell’UE, che consente di disciplinare e sanzionare uno Stato membro, se conclude che tale Stato ha agito in contrasto con i valori dell’UE, apre la strada a sanzioni e alla sospensione del diritto di voto nelle istituzioni dell’UE.
Violazione dell’indipendenza del potere giudiziario e la Polonia
Era stata aperta un’indagine contro la Polonia per la presunta violazione dell’indipendenza del potere giudiziario. Il Partito per la Giustizia e la Legalità (Prawo i Sprawiedliwosc), salito al potere in Polonia nel 2015, era stato più volte in conflitto con le istituzioni dell’Unione Europea a causa delle riforme nel settore giudiziario. A seguito delle numerose nuove disposizioni come la nomina, la rimozione e il pensionamento dei giudici affidati al permesso del Ministro della Giustizia, la creazione di nuovi uffici all’interno della Corte Suprema, la Commissione UE aveva aperto molte indagini contro la Polonia sotto l’accusa di violazione della sicurezza dei giudici e dell’indipendenza del potere giudiziario. Poiché il governo polacco non aveva fatto marcia indietro, la Commissione aveva avviato, il 20 dicembre 2017, la procedura dell’articolo 7 contro la Polonia per aver agito in contrasto con i valori e il diritto dell’UE. Questa situazione, che era una prima assoluta nella storia dell’UE, aveva portato la questione polacca dal livello della Commissione a quello del Consiglio dei Ministri dell’UE.
Il governo di Tusk aveva presentato un piano d’azione per il ripristino dell’indipendenza del potere giudiziario
Il governo di coalizione guidato da Donald Tusk aveva presentato un piano d’azione composto da 9 leggi per il ripristino dell’indipendenza del potere giudiziario nel paese, impegnandosi a rispettare il diritto dell’UE e le sentenze della Corte di Giustizia Europea. Con questo passo del governo di Tusk, erano state rimosse le barriere che da anni bloccavano i fondi dell’UE, e entro 2 mesi erano stati trasferiti 6,3 miliardi di euro dall’UE alla Polonia.